lunedì 15 dicembre 2014

La scuola di meditazione

Goong... Goong... Goong... Sono le quattro in punto del mattino. Questo è l'orario della sveglia nel centro di meditazione Vipassana, in a una collina a 15 chilometri da Kathmandu. Non ho molto tempo per prepararmi e andare nella hall principale del centro ed iniziare le prime due ore consecutive di meditazione. Si comincia alle 4,30 e se ritardi vengono a "prelevarti" nella stanza senza tanti complimenti. Siamo circa 150 persone provenienti da ogni parte del mondo e di ogni età ma soprattutto giovani tra i 20 e i 30 anni. Ci sono anche molte persone locali nepalesi. Siamo seduti a terra a gambe incrociate o seduti sopra le gambe. Non sono ammesse altre posizioni né si può dormire o stendere le gambe. Naturalmente silenzio totale dentro la hall ma anche fuori dalla hall. Le regole prima dell'iscrizione erano chiare: non si può rompere il silenzio fino alla mattina del decimo giorno. Si può parlare solo con gli insegnanti ad orari specifici e solo della tecnica di meditazione. Oltre a questo non si può leggere, scrivere, ascoltare musica e usare il telefono o il computer. Tutto viene "sequestrato" al momento dell'entrata dentro il centro. Non si può fumare, drogarsi, bere alcol, portare cibo e bevande o qualsiasi altra sostanza dall'esterno. Medicine solo quelle prescritte dal medico previo colloquio con l’insegnante. Chi crede in qualche religione non può praticarla e nemmeno si può fare qualsiasi altra attività che non sia la meditazione che viene insegnata. Il vestire non deve essere provocatorio e chi ha tatuaggi deve nasconderli. Rosari amuleti ecc… via tutto. Ci sono delle persone addette che controllano che tutto si svolga regolarmente. L'ambiente è neutro: non ci sono simboli o immagini nei muri delle stanze né all’aperto. Donne e uomini vivono in zone separate e anche nella hall principale dove si medita è impossibile il contatto fisico tra uomini e donne. Si mangia due volte al giorno; colazione e pranzo, più il tè con un frutto nel pomeriggio, niente cena. Ma a cosa servono tutte queste restrizioni? Alcune ed entrare effettivamente nel centro solo con quello che hai dentro di te senza poterti aggrappare a niente altro, altre ad impedire quegli atti seduttivi che normalmente si usano nella quotidianità per tentare di ottenere consenso e potere per abbellire la propria miseria interiore, ma principalmente servono a concentrarsi per l'unico scopo per cui sei qui; imparare la tecnica di meditazione Vipassana. Vipassana significa "vedere le cose per quello che sono" ed è una tecnica che si basa sull’auto-osservazione oggettiva e con cui Siddhartha Gautama (detto Buddha) circa 2500 anni fa raggiunse la sua liberazione. E’ una delle più antiche di tutto il subcontinente indiano. Avevo già praticato questa tecnica di meditazione in Italia e mi ero già sottoposto a restrizioni in passato ma mai nelle modalità che mi si sono presentate in questo centro. La giornata comincia alle 4 del mattino e finisce alle 21/21,30 ed in mezzo ci sono 10/11 ore di meditazione effettive, seduto a terra. Grazie alla mia ernia lombare, che da dieci anni mi accompagna in mille avventure mi è stato concesso, nel caso ne avessi bisogno, di appoggiarmi al muro con la schiena. I dolori cominciano nel pomeriggio quando ci sono quattro ore di meditazione consecutive dopo le cinque ore già fatte nel mattino. I dolori alle gambe ad un certo punto diventano lancinanti ma non puoi fare nulla se non ignorare il dolore rimanendo concentrato nella tecnica, oppure sclerale seguendo i pensieri che un dolore, di qualsiasi natura sia, può farti venire. La miseria che hai dentro, tanta o poca che sia, viene a galla a colpi di immagini e “voci”, che ti fanno oscillare tra passato e futuro, con i "se" e con i "ma", dimenticando l'unico momento esistenziale ed importante, il presente. Quante volte avrei potuto sostituire l’orgoglio/vergogna con l’umiltà e semplificarmi la vita? Quante volte avrei potuto evitare atti di orgoglio mascherati da finta umiltà e conquistare pezzetti di Me invece di giocare senz’anima al grande teatro creato dall’essere umano? Quando giunge la stanchezza e non riesco a stare concentrato a lungo nella tecnica vedo e sento le mie personalità e quella predominante non mi da fastidio ma una, invece, si racconta delle favole e si nutre ancora di illusioni ed è un bene potere vederla per lavorarci su attentamente. Ti chiedi perché sei qui al corso invece di qualche bella spiaggia indiana… e succedono delle cose. Ad un certo punto, dopo giorni di meditazione a pieno regime, il dolore fisico scompare, le ansie se ne vanno, frutto del riflesso della mente che con il lavoro è diventata molto quieta: schiena e cervicali non le sento più, nemmeno mi appoggio più al muro per trovare sollievo, e le gambe le sento solo come un leggero fastidio di sottofondo che mi avvisa di rimanere concentrato, aiutandomi a vedere cose di me, del mio corpo più chiaramente; caricandomi di quella determinazione che serve a cambiare le cose che ancora non vanno come potrebbero. Qui scatta la gratitudine e mi rendo conto che sono nel posto dove dovrei essere nonostante la fatica.
Nei momenti di pausa (pochi) dalle attività si cammina attorno all'area dedicata e mi capita di guardare qualche faccia. La maggior parte sono facce sconsolate! C'è anche chi parla o ride da solo e così rido anche io, ma piano perché ci controllano... Capita di ridere nel bagno pubblico in cui succede di "rompere il silenzio" a suon di musica intestinale compressa, ognuno con le sue note. Il cibo è vegetariano e di qualità, sicuramente meglio di quanto facessi io in Italia. Il corso non ha costi fissi, si lascia un’offerta libera alla fine.
Dieci giorni completi sottoponendosi a queste regole sono tanti se non hai la determinazione di esplorarti interiormente. Alcuni non ce la fanno e abbandonano prima della conclusione del corso, altri, invece, sono alla loro seconda o terza esperienza. Non posso dimenticare i sorrisi e la gioia nell'ultimo giorno in cui si è rotto il silenzio. Si poteva parlare e confrontare le proprie sensazioni, scambiarsi i contatti per risentirsi in futuro come se fossimo amici conosciuti in una vacanza, ed in un certo senso è stato così. Quasi non occorreva parlare per comunicare, dopo giorni di silenzio e meditazione bastava uno sguardo. 
E' stata una esperienza forte che mi toccato in alcune aeree “misteriose" ed amplificato altre, come successe nella foresta amazzonica. E poi finito il corso, un signore di 55 anni mi ha dato 60/65 anni (record) grazie alla mia barba brizzolata e sempre più lunga. Questo non lo dimenticherò mai ;-)
Sono carico come i primi giorni di viaggio dall’Italia o come quando ero ai piedi del monte Everest, ma con una maggiore consapevolezza riguardo la mia missione. Questa esperienza ha spazzato via quelle inutili regole di struttura che mi ero creato in questi mesi e che un po’mi limitavano nell’azione di auto-conoscenza. Ora sono a Lumbini, vicino al confine nepalese/indiano. Qui si attesta che è nato il principe Siddhartha  e in questi giorni c’è un festival buddhista, quindi le strade sono colme di monaci e si respira pace e armonia. In molti per strada mi salutano, soprattutto gli Shadu che sembrano pensare che io sia uno di loro ma con l’abito sbagliato ;-)
L’India è alle porte, partirò domani verso Varanasi, una delle città più antiche e mistiche del mondo, ed è un luogo pieno di contraddizioni. Immagini, odori e sensazioni sono forti come in pochi altri posti che già conosco. START AGAIN... No sleep No limits :-D

"Puoi dominare un elefante impazzito;
puoi serrare le fauci all'orso e alla tigre;
puoi cavalcare un leone e giocare con il cobra;
con l'alchimia puoi guadagnarti da vivere;
puoi errare in incognito nell'universo;
puoi rendere gli dei tuoi vassalli ;
puoi restare giovane per sempre;
puoi camminare sulle acque e vivere nel fuoco;
ma il dominio della mente è migliore e più difficile."

-Antica citazione indiana-