mercoledì 25 febbraio 2015

Foto: templi di Khajuraho e caverne di Ellora (India)

                                             Clicca nel link sotto l'immagine



Grazie, grazie India e grazie a me ;-)


In questi ultimi 40 giorni di viaggio ho avuto l’opportunità di visitare, dopo Pondicherry nella costa est, anche le bellissime spiagge della costa ovest: Kochi, Gokarna e lo stato di Goa e, attraversando l’India da ovest a est per tornare in Nepal, le caverne di Ellora e i templi di Khajuraho. Ma prima sono andato a curiosare ad Auroville. Auroville (Città dell'Aurora) è una città “sperimentale", che si basa sulla visione di Sri Aurobindo, presso Puducherry nello stato del Tamilnadu in India. È stata fondata da Mirra Alfassa, nota con il nome di “Merè” nel 1968. Auroville è intesa per essere una città universale, dove uomini e donne di ogni nazione, di ogni credo, di ogni tendenza politica possono vivere in pace ed in armonia. Lo scopo di Auroville è quello di realizzare l'unità umana. Attualmente è una cittadina di oltre 2000 abitanti. Vi abitano persone provenienti da oltre 30 Paesi differenti, principalmente indiani e occidentali. Non esiste proprietà privata, tutto è di tutti, la produzione agricola è biologica, Tutti si danno da fare per il bene della comunità. Ci sono scuole riconosciute, ci sono negozi, ospedale e molto altro…Tutto bello a leggere quanto scritto anche se parlando con i vecchi, e osservando gli abitanti restando li quasi una settimana tutta questa perfezione alla quale si auspica non l’ho sentita. Per diventare cittadino di Auroville è necessario, innanzitutto, seguire una procedura di volontariato lunga mesi/anni, vitto e alloggio a spese proprie… Quindi  Auroville è un esperimento non alla portata di tutti, anzi… Il cuore di Auroville è il matrimandir meditation centre, un’ opera architettonica sferica di metallo dorato nel centro della cittadina che canalizza all’interno l’energia solare che dovrebbe amplificare la percezione durante la meditazione. E’ un luogo per meditare ma vi sono prenotazioni e orari ristretti da rispettare. Auroville l’ho visto come un esperimento interessante, un buon intento di Mère, ma l’essere umano è ancora quello che è… Potrebbe essere comunque un inizio di buon auspicio :-) 


matrimandir meditation centre Auroville


Non povero fare a meno, visto che era per strada per andare nella costa ovest, di andare a Puttaparthi dove c’è l’ashram di Sai Baba, un uomo che a 14 anni si è dichiarato l’incarnazione di Dio in terra e che da li ha sviluppato la sua storia; sia con opere materialmente utili alla società (ospedali, scuole) grazie alla ricchezza accumulata nel tempo con le donazioni, sia per le situazioni controverse alla quali è stato additato (abusi sessuali, guarigioni istantanee combinate), ma anche per il messaggio di unione e amore universale verso l'umanità. Non mi ero mai interessato a Sai Baba fino ad allora, quindi nei giorni in qui sono rimasto a Puttaparthi ho cominciato a chiedere tra i negozianti e guardarmi qualche video dell’epoca in cui Sai Baba era ancora vivo e a fare delle ricerche in internet.  Non ne sono rimasto impressionato o abbagliato, non ho percepito Sai Baba come un Dio in Terra ma se è per questo nemmeno studiando le figure di altre persone del recente passato o dell’antichità. Resta il fatto che l’ashram è paragonabile ad una piccola cittadina con tutte le strutture che servono per vivere e l’ambiente dove si svolgono le principali attività ha una buona vibrazione. 
Queste breve descrizioni di Auroville e Sai Baba sono solo la mia visione delle cose, descritte brevemente e non voglio agitare nessuno che crede fedelmente in una o l’altra cosa.


in bus verso Puttaparthi

Fatte queste due interessanti esperienze mi sono spostato via bus notturno verso Gokarna nella costa ovest dell’India. Vi sono i bus notturni in India con i letti per dormire (sleeper) , sono più pratici da prenotare rispetto al treno ma le strade in india sono messe male: buche dossi etc… Quindi mi risveglio al mattino, all’arrivo, nel bus, più stanco della partenza! Poco male, la spiaggia a Kudle beach in Gokarna è una meraviglia, mi sembra il paradiso che immaginavo da ragazzino. Ci si arriva solo a piedi prendendo un sentiero in mezzo la vegetazione, quindi i gas dei mezzi di trasporto sono distanti dalla spiaggia. E’mattina presto e ci sono poche persone, perlopiù occidentali, ognuno intento ad una attività come yoga, correre, camminare, frisbee, o il bagno nel mare. Mentre cammino nella sabbia lungo il mare con lo zaino in spalla vedo per terra migliaia di piccoli esseri che sembrano dei granchi in miniatura e sentendo la vibrazione del mio calpestare si rifugiano nella loro tana che altro non è che un piccolo foro nella sabbia umida. Che visione simpatica! Sto attento a non pestarne qualcuno ma non c’è pericolo, sono molto svelti! Rialzando la testa posso vedere in tutta la estensione della baia di Kudle beach e udire il rumore delle onde del mare; una carezza all’udito che continuerò a sentire anche la notte visto che la guest house dove alloggio è a trenta metri dal mare. Se non fosse per i venditori di collane che disturbano frequentemente sarebbe il regno della pace. La sera c’è un tramonto molto suggestivo perchè il sole scompare all’orizzonte sembrando che si spenga nel mare; e nel mentre di tutto questo siamo tutti li ad ammirare come se fosse la scena principale di un film che ha vinto l’oscar. Si dia inizio alle danze, il tramonto è andato, ma la bellezza della vita continua grazie alla musica di cui l’essere umano, almeno in questo, merita lode. Come ad un concerto improvvisato, persone con il proprio strumento si accordano l’uno con l’altro: bongo, chitarra, flauto e altri strumenti tribali o particolari di cui non conosco il nome. Si crea un cerchio e c’è chi inizia a ballare. Non manca chi si fuma il joint, l’odore è inconfondibile. Anche un piccolo gruppo di vitelli adagiati a terra pochi metri più in la sembrano muovere la testa a ritmo del suono. L’atmosfera che si crea mi da uno stato di gioia particolare che mi porta indietro nel tempo di almeno 25 anni quando questa libertà c’era anche nelle spiagge del litorale Adriatico. Finito questo indimenticabile break si va a cena nei ristorantini lungo la spiaggia. C’è anche la pizza che tentano di imitare in tutto il mondo ma la migliore è sempre in Italia! Ecco le giornate a Gokarna, non male eh! 


Gokarna Kudle beach



Ma sono convinto che la bellezza è in tutto il mondo, sia per i paesaggi e sia negli occhi delle persone, ed per questo che sto viaggiando senza lunghe soste, infatti dopo qualche giorno mi sono diretto verso lo stato di Goa e precisamente ad Anjuna, nel nord. Qui le cose sono un po’ differenti. Infatti il turismo a nord Goa dove alloggiavo è molto intenso ma basta spostarsi di qualche km per trovare anche qui delle spiagge davvero suggestive dove l’opera dell’uomo è ancora minima, infatti molte immagini del video che ho montato “indian beaches and sunrises”  sono state catturate nelle spiagge di  Goa. Prima di giungere a Goa l’idea che avevo, solo per sentito dire, era quella di un posto dove sballarsi con droghe di ogni genere. Credo che nella zona dove alloggiavo sia così, C’erano dei tratti di strada dietro alla spiaggia di Anjuna dove i pusher mi chiedevano incessantemente se volevo questo o quello. Anche il cameriere ad un ristorante si era fatto avanti per vendere. Perfino quando guidavo lo scooter accennavano a corrermi dietro per vendermi qualcosa. Forse ho la faccia da “fulminato” e pensavano che i miei capelli e barba bianchi sono ossigenati, ma più probabilmente c’è talmente tanta domanda che indistintamente tentano di vendere. 
Non so se ci siano i famosi rave-party giorno e notte ma sembra che la cosa stia gradualmente diminuendo, le giornate le passavo in spiagge non affollate, in scooter e in compagnia di persone che ho conosciuto ad Anjuna.  A proposito di scooter, in Nepal e in India la guida è a sinistra e mi sono così abituato che l’idea di guidare a destra mi crea un po’ confusione. Ipnosi della mente…;-)
Insomma, nord Goa è tutto tranne l’India che avevo visto prima e che vedrò dopo. 


Ashvem beach Goa


Da Goa mi restavano due settimane per tornare in Nepal prima che il visto indiano scadesse, quindi dovevo attraversare tutta l’India da ovest a est e nel mezzo visitare tutto quanto di più interessante potevo metterci: caverne di Ellora e templi di Khajuraho di cui ho pubblicato foto. Ma la cosa più interessante è stata che in molte zone che ho attraversato da ovest a est c’è un India diversa da quella vista precedentemente, assolutamente non turistica tanto che a tratti mi sembrava di essere tornato in Iran per la curiosità che attiravo: domande, strette di mano, qualche foto… 
Un giorno stavo andando ad una delle stazioni dei bus della città di Bhopal nello stato del Madya Pradesh. Erano le quattro del pomeriggio e avrei dovuto attendere il bus “sleeper” delle undici di sera verso i templi di Khajuraho. Arrivo alla stazione e mentre attraverso la “sala aspetto” con gli zaini in spalla davanti e dietro, uno dei cani di media taglia che vivono li dentro comincia ad abbaiarmi immobile con foga inaudita. Mi fermo e lo osservo guardandolo dritto negli occhi e non penso a nulla. La cosa va avanti per circa 30 secondi finchè qualcuno fischia e il cane distraendosi cessa momentaneamente di abbaiare e io passo. Mi siedo sulla panchina fuori dalla sala di aspetto fianco all’agenzia che mi ha venduto il biglietto. L’agenzia non è altro che con una sedia e una scrivania e il tizio che vende i biglietti del bus. Mi prendo un chai bollente (tè e latte). Mentre comincio ad osservare quanto avviene in quella stazione i sensi si amplificano più del solito e vengo rapito con molto interesse. Noto immediatamente l’odore dello scarico della fogna a ciel sereno che contorna tutta la sala d’aspetto della stazione e la panchina su cui sono seduto è soli 30 centimetri di distanza. Poco male. Mi abituo subito all’odore e osservo i venditori di cibo indiano che sono li attorno. Non esistono norme igieniche nella maggior parte dei luoghi di ristoro dell’India e il venditore che avevo davanti non faceva eccezione: maglietta azzurra con evidenti scie di sporco color nero che sembravano gli scarabocchi di un bimbo alle prime esperienze con una matita e un foglio bianco. La mani sembravano quelle di un meccanico che senza guanti ha pulito la catena di una motocicletta ma molto diligentemente e con evidente esperienza preparava un impasto artigianale a mani nude. Mi guarda e mi sorride come a volermi dire che se poi assaggio ne sarò soddisfatto. Nel frattempo ho la conferma che in queste zone poco battute dai turisti non vengono a chiederti l’elemosina. Forse la mia faccia bianca da nordico viene associata ad un uomo che non ha banconote indiane. Infatti tutti i bambini che mi passano davanti evitano e chiedono l’elemosina agli indiani. In particolare noto una banda di bambini indiani, probabilmente orfani, tra i 6 e i 10 anni che entrano ed escono dalla sala aspetto della stazione. Il più piccolo (di statura) è tremendo e detta ordini anche ai più grandi, anche alzando le mani, e tutti eseguono. Poco dopo un anziano signore si siede vicino a me e tenta di parlarmi in inglese grossolano. Mi sforzo di comprenderlo e comincia parlarmi dei suoi prossimi viaggi per affari a Singapore e in Europa anche se il suo lavoro è quello di vendere biglietti nella stazione. Mi sorge un punto di domanda ma non indago e mi limito ad ascoltare. Ma è ora di sgranchire le gambe! Comincio a gironzolare attorno la stazione. Non possono mancare le "sacre" vacche indiane che accasciate in gruppo di tre con un vitellino al seguito fungono da monumento nel mezzo del piazzale della stazione. Via vai di bus, quasi tutti semi-diroccati fanno avanti e indietro rendendo l’aria irrespirabile. All’arrivo di ognuno, l’assistente del guidatore scende in velocità e comincia a gridare a tutto fiato il nome della città verso la quale il bus è diretto. Scendono le persone e si scaricano i materiali sopra il tetto del bus: cibo, mobili, bevande, qualsiasi cosa. Entro nella sala aspetto dove precedentemente il cane mi aveva dato il benvenuto con un sonoro latrato. Voglio vedere se gli è passata o se ancora demarca il territorio. Questa volta non mi nota, immagino che fossero gli zaini ad averlo disturbato precedentemente. Mi fermo lungo ad un muro, sempre all’interno della sala, e comincio ad osservare che si sta riempiendo di persone che si coricano per terra per dormire attendendo la notte; il sole sta calando infatti. Sono persone che vivono nella stazione, non è la prima volta che le vedo in India. Non hanno casa, non hanno lavoro e si arrangiano come possono. Proseguo il mio giretto e noto che anche qualche venditore della stazione all’interno della sala e munito di coperta e cuscino. Comincio ad essere in difficoltà nel comprendere cosa sia esattamente quella stazione. Uscendo dalla sala mi dirigo verso le vacche per osservarle più da vicino ma vengo distratto dalle grida di un bimbo che minaccia con una pietra in mano uno straccione che sembra semi-ubriaco. Mi chiedo se avrà il coraggio di tirargli la pietra e come se mi leggesse nel pensiero gli lancia la pietra in mezzi li, proprio li… E’ lo stesso bimbo che precedentemente maltrattava i colleghi della banda. La cosa va avanti per 15 minuti, minacce e lancio della pietra. Torno a sedermi nella panchina e un ragazzo sulla ventina viene a conoscermi, facciamo due parole e poi tutto entusiasto se ne va via. Dopo alcuni minuti torna e mi dice che lui e i suoi amici vogliono offrirmi un chai e che non posso rifiutare perchè sono ospite. Non ho alternative, accetto volentieri e seguo il ragazzo. Mi presenta tutta la sua compagnia e comincia il solito e simpatico interrogatorio. Nel frattempo si aggiungono anche altre persone e quasi ogni volta che in India ho detto di essere Italiano tutte le persone presenti replicano con il sorriso: “Ah! Sonia Gandhi !!!”  Poi, se chiedo loro se gli piace Sonia Gandhi nel governo indiano, mi rispondono di no… Tra l’altro Sonia Gandhi è nata a 30 km da dove vivevo in Italia e se aggiungo anche questo non è più finita… Non possono mancare le foto, e visto che le vacche "sacre" sono li vicino, ci accasciamo anche noi, fianco a loro, e facciamo una gran bella foto di gruppo! Arriva il bus che mi porterà a destinazione. Finalmente un letto e tante buche e dossi lungo il tragitto di 10 ore… 






In questi due mesi In India sono successe tante cose con gli Indiani. Ricordo con simpatia  particolare un signore anziano che a mia insaputa era nel bus con me, e sapendo da altri che al mio arrivo nella città, la sera tardi, non avevo di che dormire, mi ha aiutato a cercare per dormire una volta arrivati. Mi ha offerto una cena improvvisata con del cibo che aveva con se e l’alloggio in un economico hotel.  Abbiamo dormito nella stessa stanza senza alcun imbarazzo sebbene non ci conoscessimo affatto.  Un uomo che come me preferisce parlare poco, ma spesso, in certe condizioni, il silenzio instaura un dialogo migliore. Grazie… Grazie India e grazie a me ;-)

Ps: ora sono a Kathamndu (Nepal) in attesa del nuovo visto per l'India e visitare alcuni luoghi del nord