domenica 29 marzo 2015

I maestri di Rishikesh (India)

Rishikesh, la città dell’india divenuta famosa per lo yoga dopo che i Beatles vi avevano soggiornato per qualche mese negli anni sessanta. Una delle prime città che il Gange incontra ai piedi dell’Himalaya. Rishikesh dei ponti di acciaio, degli occidentali che vengono ad imparare yoga, musica, canti indiani. Rishikesh di Shiva e dei templi indù… Ero venuto per imparare qualcosa sullo yoga come meglio potevo e mi sono trovato un insegnante indiano che mi ha dato lezioni private e molto intense… Ma lui non è stato l’unico insegnante a Rishikesh. A partire da una scimmia selvaggia, furba e svelta che mi ha fregato il sacchetto con dentro le banane appeso nel muro della mia stanza mentre ero intento a lavarmi i denti di primo mattino nel lavandino pubblico di fuori. Forse, se le cedevo la mela che avevo in mano il giorno prima, anzichè negargliela e chiudermi nella stanza, non avrebbe associato che dentro la mia stanza c’è la frutta. Però che divertente vedere la scimmia sul tetto dell’ashram dove alloggio che si mangia le mie banane guardandomi con sofisticata indifferenza… Queste scimmie sono aggressive ed organizzate: si presentano ad orari specifici, mattina e sera, e preparano gli agguati, anche di gruppo; specie quando si faceva acro-yoga di gruppo sul tetto dell’ashram nel tardo pomeriggio. Mi sono trovato a lottare brevemente con il cuscino come scudo, non avendo altro, per non cedere le banane una seconda volta… 
-Se c’è cibo per tutti dallo anche alle scimmie-
A Rishikesh, per le strade, ci sono le vacche nane, sembrano dei vitelloni da latte, e quindi non ti aspetti che mentre compri della frutta per strada, con un morso, ti portano via il cespuglio di verdura che tenevi in mano… 
-L’abito non fa il monaco- 
Sempre le vacche nane, in spiaggia, vengono a sdraiarsi di fianco a te, dopo averti osservato e annusato per qualche minuto. Di solito sono altri animali domestici che usano questi atteggiamenti e quindi dal subconscio scattano le carezze. Oh, come godono! Se poi gli lisci la zona della gola alzano la testa e sbarrano gli occhi come a dire “ non pensavo che potessero esistere tali sensazioni”. Noi esseri umani abbiamo il dono di potere usare le mani come nessun altro essere e che fortuna quando le usiamo per fare solo del bene smile emoticon Dopo un po’ di tempo prende e se ne va e può succedere che ne venga sotto un’altra, oppure il toro…
-Oh vacca nana… Cogli l’attimo :-D-
Sempre a Rishikesh un cane che educatamente si mette in posa ad aspettare un biscotto guardandoti con gli occhi “intelligenti” ha più possibilità di mangiarlo rispetto ad un cane che si mette in agguato per fregarlo al primo momento di distrazione dal pacchetto appena aperto.
-L’onestà paga meglio della furbizia-
Gli hippy a Rishikesh soggiornano senza troppe sovrastrutture, nell’ashram dove alloggio ce ne sono alcuni. Si preparano da mangiare, si lavano i panni, camminano ovunque piedi scalzi; per strada e anche nei non pulitissimi bagni. Anch’io, anch’io voglio questo contatto con la Terra che l’essere umano ha ormai perso! Così comincio a camminare piedi scalzo, tranne nei bagni, stando attento a non pestare qualche merda di vacca per strada. E’ terapeutico e mi viene in mente quando facevo questo molti anni fa, quasi tutto il giorno, in mezzo ai campi. Il contatto con la madre terra diventa più presente: il caldo e il freddo del terreno, della sabbia o dell’asfalto, alcuni primi fastidi per i sassolini che si conficcano nella pelle sotto i piedi non avendo ancora la suola di pelle dura, ma anche il piacere del massaggio camminando nelle aree terrene più lisce… Quindi, i kilometri che macinavo in camminate con le ciabatte, negli ultimi giorni a Rishikesh sono diventati free-shoes… A questo proposito è sorto il pensiero che se l’essere umano non avesse creato una tale deviazione di cosa sia il sesso con tutte le malizie, i ricatti, le aspettative di piacere e la vergogne che lo circondano, ci si potrebbe togliere tutto e non solo le scarpe, temperature permettendo, e godere di una mente più sana, senza tanti problemi se non per la crisi a cui il settore dell’abbigliamento andrebbe incontro… Anche i vestiti sono dei filtri. 
-Più ti spogli e meglio ti vedi per quello che sei-
Il fiume Gange (Ganga) fluisce liberamente nel varco che dalla notte dei tempi si è creato. Non ha bisogno di modificare la sua rotta perché Egli è come un essere con una consapevolezza totale del proprio ciclo. A tratti può fluire più velocemente o più lentamente ma non si ferma mai. Non sviluppa attaccamento al percorso che ha appena effettuato altrimenti dovrebbe fermarsi e potrebbe ammalarsi, e così si gode ogni paesaggio, e ogni essere vivente può godersi i sui doni: immergendosi, dissetandosi o vivendo nelle sue acque. Sembra consapevole della sua sorgente tra le vette del mondo e della sua ultima dimora prima di tornare alla sorgente: l’infinito oceano che ritrova ogni istante. Miliardi e miliardi di goccioline d’acqua che collaborano a formare il fluire di un corpo… Ghiaccio, acqua e vapore in una consapevolezza unita che vanno a formare intelligentemente un ciclo.
-QUI ed ORA in un immenso corpo unico si manifesta l’esistenza in un libero fluire dove nulla dovrebbe turbarci-
Sono venuto a Rishikesh ad imparare lo yoga: per necessità psico-fisica e ricerca personale, un po’ perchè Rishikesh l’avevo già conosciuta e mi era piaciuta, un po’ perchè imparare lo yoga a Rishikesh è ormai una moda o una specie di credenziale. Fatto sta che non ho partecipato a corsi lunghi un mese e molto costosi con certificazione al seguito ma ho seguito lezioni private da uno yoga indiano che vive umilmente in una stanza di fronte al fiume Ganga dove l’impetuoso scontro delle acque sulle rocce dissolve qualsiasi altro rumore del circondario, e proprio li tiene le sue lunghe e intense lezioni di yoga… Asana, pranayana, meditazione, mantra e filosofia dello yoga. Al di là dello yoga in se, la lezione che mi ha dato questo uomo è stato nell’ osservarlo e nell’osservare dove e come vive. Con il minimo indispensabile, pulito, ordinato e che crede con percepibile consapevolezza in quello che pratica e che insegna. Rispettoso, disponibile e con la battuta o la "puntura" pronta nel giusto contesto. Ti fa le domande e poi ti osserva dritto negli occhi per scrutare se cedi ad una qualche menzogna. Ma si è parlato molto anche della vita e dei misteri dell’esistenza… Si è creato un bel rapporto e porterò l’esperienza con lui sempre nel cuore… Grazie!!!
I maestri non sono solo a Rishikesh… Può essere nostro figlio, un genitore, l’animale domestico, una pianta, un libro, un governo, ogni elemento ed essere vivente della natura, noi stessi… Tutto quello che ci circonda sono possibili maestri e possono essere ovunque. Possono mostrarci cosa fare o cosa non fare che ne siano consapevoli o meno in quel dato momento… Basterebbe tenere gli “occhi aperti” fino a sviluppare una reale intuizione, che loro sono in noi e noi siamo in loro.